Eduard Erler (1861-1949) fu giurista ed esponente politico del partito tedesco-nazionale; nel 1904 era Vice-sindaco di Innsbruck e parlamentare a Vienna. Erler si pronunciò aspramente e più volte, contro l’intenzione del governo imperial-regio di concedere l’apertura di una facoltà giuridica italiana nella città di Innsbruck. Qualche giorno prima della sua inaugurazione aveva peraltro organizzato, con i compagni di partito, una manifestazione di protesta. L’invito alla contestazione definiva la facoltà uno sfregio che brucia sulla candida fronte della [nostra] Innsbruck tedesca e inneggiava alla resistenza contro una presunta politica di degermanizzazione, perseguita ormai da decenni. Con questo tipo di discorsi, i politici come Erler concorsero in modo decisivo alla sobillazione delle masse. Dopo i Fatti egli si definì esente da ogni responsabilità, espresse la propria solidarietà agli autori della rivolta e scaricò tutta la colpa della escalation di violenza sul governo di Vienna, a cui rimproverava di essere venuto meno alla parola data e di aver commesso tradimento. Il Consiglio Comunale di Innsbruck sostenne sempre Erler nelle sue posizioni.
Eduard Erler (1861-1949) fu giurista ed esponente politico del partito tedesco-nazionale; nel 1904 era Vice-sindaco di Innsbruck e parlamentare a Vienna. Erler si pronunciò aspramente e più volte, contro l’intenzione del governo imperial-regio di concedere l’apertura di una facoltà giuridica italiana nella città di Innsbruck. Qualche giorno prima della sua inaugurazione aveva peraltro organizzato, con i compagni di partito, una manifestazione di protesta. L’invito alla contestazione definiva la facoltà uno sfregio che brucia sulla candida fronte della [nostra] Innsbruck tedesca e inneggiava alla resistenza contro una presunta politica di degermanizzazione, perseguita ormai da decenni. Con questo tipo di discorsi, i politici come Erler concorsero in modo decisivo alla sobillazione delle masse. Dopo i Fatti egli si definì esente da ogni responsabilità, espresse la propria solidarietà agli autori della rivolta e scaricò tutta la colpa della escalation di violenza sul governo di Vienna, a cui rimproverava di essere venuto meno alla parola data e di aver commesso tradimento. Il Consiglio Comunale di Innsbruck sostenne sempre Erler nelle sue posizioni.