Prima e dopo i Fatti di Innsbruck la stampa assunse un ruolo essenziale nel processo di formazione dell’opinione politica e contribuì in modo determinante a far sì che la diatriba, accesasi intorno all’apertura di una facoltà giuridica italiana, si polarizzasse sempre di più tra due estremi radicali. I giornali tedeschi e italiani diffusi nel Kronland Tirol si accanivano uno contro l’altro, lanciandosi reciproche accuse e alimentando nuove tensioni.
Intorno al 1900 Innsbruck assistette al proliferare di testate giornalistiche, quotidiane e periodiche, di tutti gli orientamenti politici: dai tedesco-nazionali e liberal-nazionali ai cristiano-sociali e socialdemocratici, passando per i cattolico-conservatori. In base all’orientamento politico variava naturalmente anche la narrazione della cronaca sulla questione dell’università italiana. Il quotidiano cattolico conservatore Tiroler Stimmen, in particolare, cercava di attenuare la campagna denigratoria montata dai nazionalisti tedeschi; venne pertanto accusato di gettare fango sulla propria gente, di “sputare nel piatto in cui anch’egli mangiava” e per la sua presa di posizione a favore dei vili “sicari” italiani, fu attaccato tanto, che la redazione sita nella Maria-Theresien-Straße dovette essere messa sotto la protezione della polizia per un certo periodo.
Prima e dopo i Fatti di Innsbruck la stampa assunse un ruolo essenziale nel processo di formazione dell’opinione politica e contribuì in modo determinante a far sì che la diatriba, accesasi intorno all’apertura di una facoltà giuridica italiana, si polarizzasse sempre di più tra due estremi radicali. I giornali tedeschi e italiani diffusi nel Kronland Tirol si accanivano uno contro l’altro, lanciandosi reciproche accuse e alimentando nuove tensioni.
Intorno al 1900 Innsbruck assistette al proliferare di testate giornalistiche, quotidiane e periodiche, di tutti gli orientamenti politici: dai tedesco-nazionali e liberal-nazionali ai cristiano-sociali e socialdemocratici, passando per i cattolico-conservatori. In base all’orientamento politico variava naturalmente anche la narrazione della cronaca sulla questione dell’università italiana. Il quotidiano cattolico conservatore Tiroler Stimmen, in particolare, cercava di attenuare la campagna denigratoria montata dai nazionalisti tedeschi; venne pertanto accusato di gettare fango sulla propria gente, di “sputare nel piatto in cui anch’egli mangiava” e per la sua presa di posizione a favore dei vili “sicari” italiani, fu attaccato tanto, che la redazione sita nella Maria-Theresien-Straße dovette essere messa sotto la protezione della polizia per un certo periodo.